giovedì 6 febbraio 2014

Non si può morire la notte di Natale, E. Ruggeri

Trovo che Enrico Ruggeri sia un poeta, i testi delle canzoni che scrive sono spesso dei gioiellini, con un uso della lingua italiana praticamente perfetto. Credo quindi che questo sia il motivo che l'ha spinto anche alla narrativa. Un'amica mi ha detto che ha scritto già diversi libri e io non ne avevo idea, questo però da quello che ho capito è l'unico giallo che ha scritto.
La trama è semplice: Giorgio Sala finisce in ospedale la notte di Natale per un colpo di pistola alla tempia al quale però sopravvive. Tutti credono che sia stato un tentativo di suicidio ma lui è lucido e sa perfettamente di non essersi sparato. Man mano si riprende e ripercorre la sua vita e in particolare poi il giorno della sparatoria, convinto che il suo aspirante assassino fosse una delle persone presenti alla cana di Natale a casa sua, quindi un parente stretto o degli amici.
Assistiamo alla sua introspezione psicologica e Sala ci fa capire quanto sia stato uno stronzo egoista per praticamente tutta la vita! e se qualcuno dei cuoi cari ha tentato di ammazzarlo ha avuto in realtà perfettamente ragione. Dai suoi ricordi, dalle parole dei due figli e dei genitori, dai suoi comportamenti capiamo quindi che se l'è meritato!
Tra i possibili colpevoli abbiamo l'ex moglie (che effettivamente ha trattato come uno straccio), i genitori (e anche qui un santo con loro non è stato), una coppia di amici (e pure qui, li capirei perfettamente se fossero stati loro!), poi ci sono i figli (uno che l'adora e uno che invece non perde occasione per criticarlo) e le zie, sorelle della madre.
Il libro è velocissimo ma questo non mi ha impedito di annoiarmi. La parte della sua badante ucraina, donna che si stabilisce in casa della sua ex moglie dove lui è stato confinato durante la convalescenza alla dimissione dall'ospedale,  novella Watson, è decisamente improbabile e il finale che dovrebbe essere un colpo di scena è invece intuibile. 
E' scritto bene, Ruggeri è elegante nell'usare le parole, è anche un buon romanzo introspettivo: l'autoanalisi che Giorgio Sala effettua su se stesso non è niente male però, vuoi perché troppo veloce, vuoi perché in realtà non è poi nulla di nuovo, il libro non mi ha affatto convinta.

Non si può morire la notte di Natale
Enrico Ruggeri
Dalai Editore
novembre 2012
euro 13,00
pag. 153

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